Lettura «distorta» dei dati relativi al numero di studenti che si avvalgono dell’IRC

Insegnamento di religione: il 90% degli studenti se ne avvale Ancora una volta l’Insegnamento della religione cattolica finisce agli onori della cronaca grazie a una lettura «distorta» dei dati relativi al numero di studenti che si avvalgono dell’insegnamento stesso.
«Un crollo» nella scelta dell’Irc, scriveva ieri il sito di un quotidiano nazionale, portando come fonte niente meno che l’annuale ricerca condotta dall’Osservatorio religione del Triveneto, l’Annuario dell’ora di religione».
Un crollo che, però, «non frena l’aumento degli insegnanti di religione».
Un fenomeno che porta addirittura una parlamentare radicale a presentare un’interrogazione al ministro della Pubblica Istruzione.
«In realtà quella ricerca andrebbe letta nella sua interezza – commenta Nicola Incampo, esperto di questioni legati all’Irc – e si scoprirebbe una situazione ben diversa».
In primo luogo l’Annuario (la cui prima edizione risale all’anno 1993/94), «ha visto crescere nel tempo la copertura del territorio nazionale, che nell’ultima edizione è salita al 92,4% delle diocesi».
Questo aumento di copertura ha comportato anche il fatto di evidenziare un fenomeno importante come quello della immigrazione e della presenza di studenti di cittadinanza non italiana, le cui famiglie spesso sono originarie di Paesi non cristiani.
«Un fenomeno che si è via via evidenziato partendo dalla scuola dell’infanzia e che ora si presenta anche in quella superiore» sottolinea Incampo.
E proprio la presenza di questi studenti porta spesso all’aumento (tra l’altro contenuto) dei non avvalentesi dell’insegnamento.
Del resto va ricordato che oggi ben il 90% complessivo degli studenti chiede di avvalersi dell’ora di religione.
Altra questione «l’incremento degli insegnanti di religione che riguarda solo la scuola primaria e quella dell’infanzia – spiega Incampo –.
Vorrei ricordare che la revisione del Concordato del 1984 ha previsto che il maestro di classe non fosse più obbligato a insegnare religione.
Questo significa che il maestro per impartire detto insegnamento, deve dichiarare la propria disponibilità all’inizio di ogni anno scolastico.
Già da qualche anno, con l’entrata in vigore della riforma della primaria, nelle classi dove il maestro dichiarava la propria indisponibilità all’insegnamento della religione cattolica entrava lo specialista di religione cattolica».
Ma anche in questo caso va ricordato che ben il 92,5% degli alunni nella scuola dell’infanzia, e il 93,7% di quella primaria si avvalgono dell’insegnamento.
Cifre che parlano da sole sull’importanza che la materia riscuote presso le famiglie, anche non italiane.
Enrico Lenzi Avvenire 18 02 2011

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