Irc e Indicazioni Nazionali

Irc e Indicazioni per i licei   Sergio Cicatelli     In un precedente articolo ci siamo soffermati sul lessico dei documenti che accompagnano il riordino del secondo ciclo, notando quanto poco spazio sia riservato alla dimensione religiosa nei Profili di licei, tecnici e professionali.
Il Profilo dei licei è stato interamente riscritto ed ha abbandonato l’impostazione emarginante della prima versione, anche se il nuovo testo lascia ancora pochissimo spazio allo specifico religioso.
La situazione sembra essere un po’ migliorata con le Indicazioni nazionali che dal 15 marzo sono state sottoposte ad un pubblico dibattito in attesa della redazione definitiva.
Il testo delle Indicazioni si presenta estremamente asciutto e sintetico, ma può valere la pena esaminare le discipline che più facilmente possono avere a che fare con la cultura religiosa, per misurare con lo stesso sistema dell’analisi lessicale i riferimenti alla religione.
Qualcuno ricorderà la recente polemica sull’assenza della Resistenza dalle Indicazioni di storia: se ognuno pretendesse di trovare le parole chiave che gli stanno a cuore, le Indicazioni dovrebbero almeno raddoppiare di dimensioni.
Ma, visto che ci riferiamo a una dimensione costitutiva della persona (la cui assenza non può essere attribuita a distrazione), la ricerca di una citazione non è una questione di puntiglio ma di attenzione culturale ed educativa.
Nelle Indicazioni per l’insegnamento di lingua e letteratura italiana il riferimento religioso è decisamente modesto, consistendo solo nell’inevitabile richiamo alla letteratura religiosa che caratterizza gli inizi della storia letteraria.
Per il latino il quadro è più complesso, perché le Indicazioni sono differenziate per il classico, per il linguistico (dove il latino è presente solo nel primo biennio e dove manca qualsiasi riferimento perché si studia solo la lingua e non la letteratura) e per i licei scientifico e delle scienze umane.
Nei tre licei che danno spazio alla letteratura si raccomanda l’attenzione, fra gli altri, agli aspetti religiosi del mondo romano (stessa dizione per il greco nel classico).
In relazione alla tarda latinità, poi, si dà spazio alla letteratura cristiana citando espressamente Girolamo e la Vulgata, nonché – solo per il classico – Agostino.
Gli obiettivi specifici di apprendimento per la geografia prevedono solo un richiamo alla «diffusione delle religioni» come ovvio fattore di antropizzazione.
Un po’ più ricca è la serie di riferimenti nel caso della storia, dove la dimensione religiosa in quanto tale è presente solo nei movimenti religiosi del Medioevo e nella crisi dell’unità religiosa europea all’inizio dell’età moderna.
Nel quadro del mondo antico non può essere trascurato «l’avvento del Cristianesimo», come pure la Chiesa risulta essere presente da protagonista dell’alto Medioevo e specificamente come interlocutrice dei movimenti religiosi tardomedievali.
Inoltre, sempre nel primo biennio viene citata «la nascita e la diffusione dell’Islam».
Infine, è ancora presente il Papato come esempio di potere universale medievale, accanto all’Impero.
Insomma, la presenza storica della Chiesa e del fatto religioso sembra confinata in tempi remoti, visto che tra i nuclei tematici che «non potranno essere tralasciati» nello studio del Novecento non figura né il Vaticano II né il ruolo politico-sociale comunque svolto dalla Chiesa o dal fattore religioso in genere nelle dinamiche interculturali.
Altrettanto scarna, ma significativa, l’attenzione dedicata al religioso dalle Indicazioni di filosofia.
Qui il legame tra la filosofia greca e le tradizioni posteriori impone in primo luogo il richiamo a quelle religiose; e il legame viene ribadito in età ellenista nell’incontro «tra la filosofia greca e le religioni bibliche».
Tra gli autori imprescindibili figurano Agostino e Tommaso, ma anche Pascal e Kierkegaard.
Inoltre, tra gli argomenti a scelta che potranno essere trattati nello studio del Novecento figura «la filosofia d’ispirazione cristiana e la nuova teologia».
Il legame più forte con l’Irc sembra essere offerto dalle Indicazioni per le scienze umane, il cui insegnamento complessivo (nell’omonimo liceo) è previsto «in stretto contatto con la filosofia, la storia, la letteratura e la cultura religiosa».
Ora, visto che i riferimenti religiosi nelle altre materie sono piuttosto scarsi, l’unico legame cui si fa riferimento può essere quello con l’Irc.
Entrando nello specifico disciplinare delle singole scienze umane, nell’antropologia si trova il richiamo alla «dimensione religiosa e rituale» e alle «grandi culture-religioni mondiali»; del tutto assenti i riferimenti religiosi in psicologia e sociologia.
La pedagogia è quella che offre i richiami più numerosi: prevedibili quelli all’«educazione cristiana dei primi secoli (almeno Agostino)» e alla «vita monastica (almeno Benedetto da Norcia)»; nel Medioevo è dato spazio agli ordini religiosi e alla cultura teologica (almeno Tommaso), ma anche l’età umanistica viene proposta in confronto con le «istanze di riforma religiosa».
Tra gli autori imprescindibili figurano, oltre a quelli già citati, Calasanzio, Rosmini, don Bosco, Maritain.
Anche per la storia dell’arte è prescritto che lo studente acquisti chiara comprensione dei legami tra le opere d’arte e altri aspetti della vita, tra cui è esplicitamente citata la religione.
Solo per i licei artistici si fa anche riferimento all’arte cristiana delle origini.
Sono infine del tutto assenti altri riferimenti in discipline che pure avrebbero potuto presentare agganci (storia della musica, diritto, lingue …).
Da un punto di vista metodologico, ricorre spesso nelle Indicazioni delle verie discipline l’invito a curare raccordi interdisciplinari.
L’Irc da parte sua ha sempre cercato ed esplicitato tali legami, quindi è da tempo in sintonia con queste scelte didattiche.
In conclusione, occorre ribadire che si tratta di Indicazioni ancora provvisorie e che qualcosa potrebbe cambiare nella versione definitiva.
Per l’Irc, comunque, la sfida più importante rimane quella delle proprie Indicazioni, che dovranno uscire in tempo utile per l’inizio del nuovo anno.
Quelle del primo ciclo, pur firmate d’intesa il 1 agosto dello scorso anno, a distanza di quasi nove mesi ancora non sono apparse in Gazzetta Ufficiale.
Si spera che l’increscioso ritardo non si ripeta.
 5.
In uno schema di sintesi   4 Corsi comuni                        – Processi di apprendimento        – Uso delle fonti                   – Sapere religioso-cattolico                  – Comunicazione educativa          6 ECTS                                                1 Seminario                                          a scelta                                          12 ECTS 4 Corsi speciali             – progettazione                          – contesto plurireligioso    – linguaggio religioso    – linguaggi mass-mediali   6 ECTS                                                              1 Tirocinio                                          a scelta                                         18 ECTS   Interventi di coordinamento          2 ECTS Tesi di diploma                16 ECTS   ECTS (European Credits Transfer System) Crediti Formativi.
 

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