Processi di mondializzazione opportunità per i cattolici

Globalizzare l’umano», cioè «far emergere la creaturalità di tutti e di ciascuno, che costituisce il fondamento di ciò che davvero può essere detto universale».

È la visione di mondializzazione proposta dalla dottrina sociale della Chiesa, per scongiurare una “ideologia” della globalizzazione, ovvero un «uso ideologico dei processi di globalizzazione».A ricordarla è il card. Angelo Bagnasco, Presidente della Cei, che ha aperto venerdì 30 novembre a Roma l’XI Forum del progetto culturale, sul tema “Processi di mondializzazione opportunità per i cattolici”.

Una «lettura unilaterale dei processi di globalizzazione» – ha affermato il Cardinale – «può essere pericolosa perché potrebbe giustificare una forma d’imposizione, a volte anche violenta, del globale sul locale», dando luogo a «un vero fraintendimento di ciò che l’umanità, grazie soprattutto all’elaborazione del pensiero cristiano, ha stabilito realmente universale: la dignità della persona, la salvaguardia della sua libertà, il rispetto della vita in ogni suo momento».«L’utile di una parte dell’umanità non può essere considerato il criterio per stabilire ciò che è bene di tutti», ha ammonito il Cardinale Presidente, secondo il quale «la globalizzazione dev’essere regolamentata secondo giustizia, evitando che si configuri come l’espressione d’interessi particolari imposti universalmente».

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