Istruzione parentale:

In lieve aumento il numero di famiglie che impartiscono in proprio l’istruzione obbligatoria A confronto con i due milioni di piccoli studenti che negli USA frequentano in casa le lezioni, i circa duecento (stima) che lo fanno in Italia rappresentano una esigua quantità.
È una modalità educativa molto diffusa in Australia e negli Stati Uniti, dove le comunità rurali sono spesso troppo lontane dai centri urbani perché sia agevole la frequenza giornaliera delle lezioni; in Gran Bretagna, circa ventimila bambini hanno seguito lo scorso anno le lezioni in casa e in Francia, nel 2007/2008, oltre tremila bambini ne hanno usufruito, sia con aiuto a distanza che in maniera completamente autonoma.
Del fenomeno, che attualmente non viene censito ufficialmente, il Ministero dell’istruzione non tiene un registro specifico.
Tuttavia si tratta di una realtà in crescita: un numero crescente di famiglie italiane decide di far lezione direttamente in casa ai propri figli o attraverso un istitutore.
La scelta, che è consentita dalla norma purché i genitori che ne fanno richiesta dimostrino di possedere i mezzi intellettuali ed economici per farvi fronte, viene effettuata spesso in alternativa alle rigidità della scuola tradizionalmente intesa.
Vi sono maggiormente coinvolti i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria che, pur seguendo i programmi ministeriali, possono contare su orari e strutturazione flessibile delle lezioni, maggiore individualizzazione degli interventi con costi inferiori a quelli di una scuola privata.
La scuola parentale non prevede un contesto relazionale ampio come quello della classe, non dà rilevanza al valore della scuola pubblica come conquista sociale e resta comunque confinata ad una precisa tipologia familiare, dove il livello di istruzione e il reddito sono  piuttosto elevati, e dove spesso almeno uno dei genitori non lavora.
Inoltre, non è previsto un controllo puntuale delle attività, tranne al momento di condurre gli allievi presso una scuola statale o paritaria per sostenere l’esame di idoneità per il passaggio da una classe all’altra, al termine dell’anno scolastico.

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