“I nostri sono valori non negoziabili”

«L´uomo non è un semplice prodotto della natura.
E´ questa la base su cui poggiano tutte quelle tematiche che Benedetto XVI riassume, per cattolici, credenti, non credenti e uomini di buona volontà, quando parla di “valori non negoziabili”».
Valori che – ricorda il Papa – hanno come fine ultimo la difesa della vita dal concepimento fino alla fine naturale.
Di valori non negoziabili – ma non solo – si parlerà a Roma al convegno «Dio oggi.
Con Lui o senza di Lui cambia tutto», organizzato dal cardinale Camillo Ruini, presidente del Progetto Culturale Cei.
Un confronto sullo stato di “salute” della fede, anche per ribadire la strada maestra che i cattolici doc devono seguire nelle scelte sociali.
Cardinale Ruini, perché un convegno dedicato a Dio oggi? «Per due ragioni.
La prima è il nostro compito di sempre: annunciare e rendere testimonianza a Dio è infatti la missione essenziale della Chiesa.
La seconda ragione riguarda l´attuale contesto culturale, nel quale è forte la negazione di Dio, o almeno la convinzione che di Dio la ragione umana non possa sapere nulla, ed eventualmente solo la fede, come fatto soggettivo, possa aprire una strada verso Dio».
Dio discusso come un qualsiasi altro argomento culturale: non c´è il rischio di banalizzarlo? «Promuovere un confronto culturale riguardo a Dio significa cercare di adempiere al mandato contenuto nella prima lettera di Pietro: “Rendere ragione della speranza che è in noi”.
Non significa però pensare che Dio possa essere “padroneggiato” dai nostri discorsi e neppure significa dimenticare che quella di Dio non è soltanto una questione dell´intelligenza: è una questione di tutto l´uomo, che mette in gioco la nostra libertà, sensibilità, il senso e l´orientamento della nostra vita».
Con questo convegno spera di poter fermare, almeno in parte, l´attuale processo di scristianizzazione? «Non penso di poterlo fermare, ma di poter in piccola misura dare un contributo per orientare il divenire della cultura italiana in una direzione più aperta alle piene dimensioni dell´intelligenza e della libertà dell´uomo che, come dicono i teologi, è “capace di Dio”, e rimane tale anche nell´Italia e nell´Occidente di oggi».
Anche la Chiesa ha colpe per questa scristianizzazione? «Tra gli uomini e le donne che formano la Chiesa, accanto a molti santi e autentici testimoni di Dio, vi sono, e temo vi saranno sempre, anche dei testimoni meno attendibili, tra i quali penso purtroppo di rientrare anch´io.
Dio stesso, però, ci chiama tutti a una testimonianza più generosa e più coerente: questo è anzitutto un dono di Dio, per il quale personalmente prego ogni giorno».
La sentenza del Tribunale di Strasburgo che impone di togliere i crocifissi dalle scuole italiane non è in parte figlia di questo processo di scristianizzazione? «Lo è certamente, e mostra l´ambiguità di questo processo.
Infatti, pensando di tutelare al massimo la libertà del singolo, il Tribunale ha trascurato di salvaguardare la libertà di espressione di un popolo, le sue tradizioni, la sua cultura, il sentimento profondo che lo lega alla croce di Cristo».
Rilanciare Dio nella società di oggi significa anche rilanciare temi morali cattolici come la difesa della vita, la condanna dell´aborto, il no all´eutanasia, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna che Benedetto XVI ha più volte definito “non negoziabili”? «Obiettivo dell´evento internazionale su Dio è affrontare quel grande tema che è Dio stesso, la sua esistenza, il suo vero volto, il suo significato per noi.
Di per sé, non entreremo dunque negli argomenti da lei indicati.
E´ vero però che soltanto se Dio esiste, l´uomo, ogni essere umano, può essere qualcosa di più e di diverso da un semplice prodotto della natura, può essere un fine in se stesso.
Questa è la base comune di tutti i temi che Benedetto XVI ha definito “non negoziabili”: una base che può rimanere anche soltanto implicita, perché il valore dell´uomo ha una sua immediata evidenza».
A chi è destinato il messaggio legato a Dio oggi? Politici, gente comune, uomini di Chiesa? «E´ destinato a tutti, non in particolare all´una o all´altra categoria, anche se il tipo di trattazione di un incontro di questo genere è più facilmente accessibile per chi ha una certa preparazione culturale».
Ma preti, vescovi, cardinali e papi hanno sufficiente attenzione verso Dio? «Benedetto XVI ha scritto, nella sua lettera ai vescovi del 10 marzo scorso, che per lui e per la Chiesa tutta rendere Dio presente in questo mondo e aprire agli uomini l´accesso a Dio è la priorità che sta al di sopra di tutte le altre.
E´ una parola che ci interpella tutti e dalla quale mi sento personalmente interpellato nel profondo».
in “la Repubblica” del 10 dicembre 2009

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