Classe terza – Aprile

Quarta fase dell’attività L’insegnante propone agli allievi le seguenti attività.
a) Scegli la “frase d’autore” che ti convince maggiormente; motiva la tua scelta.
– «Niente vale quanto la preghiera: essa rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile» (S.
Giovanni Crisostomo) – «Meglio pregare con il cuore senza trovare le parole, che trovare belle parole senza metterci il cuore» (Gandhi) – «Coloro che pregano sono più utili al mondo di coloro che combattono; se il mondo va di male in peggio, è perché ci sono più guerre che preghiere!» (D.
Cortes) b) Dividetevi in i piccoli gruppi (due-tre persone) con un portavoce e inventate brevi racconti in cui compaiano esperienze di preghiera (di ascolto, domanda, intercessione, pentimento, adorazione …) che conducano al cambiamento positivo di persone e situazioni.
Il portavoce leggerà il racconto del gruppo alla classe, fornendo le dovute spiegazioni.
c) Descrivi in breve, con parole tue, le varie forme di preghiera presentate.
Per l’inserimento dell’argomento in Unità di Apprendimento articolate, vedere Tiziana Chiamberlando, Sentinelle del Mattino, SEI, Volume per la classe terza e Guida.
Seconda fase dell’attività L’insegnante propone agli allievi il seguente questionario, seguito da confronto e dibattito, dopo la lettura dei testi-guida della prima parte.
– Quali sono gli insegnamenti di Gesù come “Maestro di preghiera”? – In che senso il rapporto con Lui è il primo modo di pregare, per un cristiano? – Leggi la “parabola dell’amico importuno” (Lc 11,5-13) e quella della “vedova importuna” (Lc 18,2-8) – “In diretta dai Vangeli” Come deve avvenire una “preghiera di domanda”? Con quali aspettative? – Leggi “Marta e Maria” (Lc 10,38-42).
Qual è la “parte migliore” scelta da Maria? – Leggi la parabola del fariseo e del pubblicano (Lc 18,9-14).
Perché la “preghiera di ringraziamento” del fariseo non può essere gradita a Dio? Quale atteggiamento del pubblicano ottiene invece, per lui, il perdono? Che cosa può significare “esaltarsi” e “umiliarsi”? 6) Forme di preghiera – Chiedere Talvolta pare assurdo “chiedere” a Dio: non ci conosce forse, non provvede già a noi nel modo migliore? Eppure, se Gesù “chiede” al Padre, chiedere è giusto.
Chi chiede qualcosa a Dio, si mette nelle sue mani perché ciò che è “il meglio” avvenga; esprime anche la propria disponibilità a collaborare perché ciò si realizzi.
Se ciò che a noi sembra giusto chiedere non viene concesso, certamente il meglio per noi è altro…
e ci verrà dato, perché Gesù ha detto: «Bussate, e vi sarà aperto».
La risposta potrà essere diversa da quella che ci si aspetta: sarà importante cercarla con attenzione negli incontri, negli avvenimenti.
Il cristiano convinto non sta fermo a lamentarsi, se una porta si chiude: va dietro l’angolo, dove il Signore gli ha preparato un portone da aprire.
Si può chiedere a Dio per se stessi e per gli altri, con la preghiera di intercessione che è anche una personale decisione di impegno nell’aiuto.
– Adorare e ringraziare Dio dona gratuitamente e abbondantemente, secondo i cristiani: veste addirittura i gigli del campo, rinvigorisce i fili d’erba (Lc 12,13-21).
Saper ricevere i suoi doni significa riconoscere, pieni di sollievo, di essere fragili, ma anche di essere…
in buone mani! Avvicina a Dio pensare con stupore alla sua forza e alla sua bellezza, alle meraviglie della sua creazione, riconoscere la grandezza delle sue opere…
«Oggi abbiamo parlato, ascoltato, guardato, camminato con tutta naturalezza.
Ma è difficile che abbiamo detto grazie per il dono della parola, dell’udito, della vista, della salute.
Ogni cosa che toccano le nostre mani, ogni cosa che vedono i nostri occhi, ogni oggetto raggiunto dai nostri sensi, è un dono di Dio.
In ogni cosa su cui si ferma un attimo la fantasia c’è un dono di Dio.
Ogni oggetto del mio pensiero è un dono di Dio.
Ogni battito dei miei polsi, ogni respiro dei miei polmoni…» Soprattutto, si può ringraziare Dio per le persone che ci fanno crescere, per gli avvenimenti lieti o duri che ci fanno imparare, maturare…
«Ogni volta che la bontà di Dio occupa i nostri pensieri più di quanto la occupino le nostre preoccupazioni, noi sbocciamo maggiormente alla realtà della fede.
La preghiera di ringraziamento ha proprio questo ruolo: spostare il nostro centro d’interesse da noi a Dio…» (Padre Andrea Gasparino) – Pentirsi, riconoscere gli errori, rivedere la propria vita mettendocela tutta, con l’aiuto di Dio, per sconfiggere l’egoismo con le sue schiavitù, i “lati oscuri”…
7) Ascolto e Bibbia «La pretesa che Dio ci ascolti cresce con l’età; Dio deve ascoltare le nostre delusioni, i nostri tradimenti, le offese ricevute e quelle restituite, la paura di diventare grandi, l’emozione di esperienze nuove e tutto ciò che il nostro cuore è capace di contenere.
Pregare, però, non è solo rivolgersi a Gesù per affidargli tutti i nostri guai; è vero, il Signore ascolta e accoglie ogni secondo della nostra vita.
Ma chi prega è soprattutto l’amico a cui Dio vuole parlare: secondo i cristiani, Egli chiede il nostro ascolto soprattutto; non vuole solo la preghiera del “Signore, girati qui che ti devo parlare”, ma anche quella di Samuele il profeta: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta” (a cura dell’Azione Cattolica Ragazzi, Marta e Maria, Ed Ave, p.
28, Collana “Il seme della Parola”) I cristiani chiedono a Dio: “Che cosa vuoi che faccia?” Essi sentono che soltanto chi ci ha voluti vivi e ci conosce perfettamente potrà svelarci il nostro mistero di persone, quali siano per ciascuno il bene e il male, quale compito portato a termine ci farà gustare il sapore dell’esistenza.
Qual è la sua volontà per ciascuno di noi? La preghiera di ascolto è il tentativo del cristiano di fare silenzio in sé…
per lasciar parlare Lui.
«Nella preghiera porto tutta la mia realtà di cattiveria e di bontà, di superficialità e di profondità e questo lo dico al Signore, lo faccio presente, lo accetto.
Allora sono “vero” di fronte a lui e divento discepolo, gli faccio spazio.
Vedo poi i fratelli in modo diverso, gli antipatici in modo diverso.
Non vuol dire che cambierò subito…
Vuol dire che comincerà a insinuarsi in me lo Spirito del Signore, che è spirito di pacificazione, amore, servizio…
Continuando e perseverando nel cammino di preghiera, le idee si fanno chiare e si agisce in modo diverso» (Padre F.
Peyron).
Ponendosi in un atteggiamento di ascolto, si potrà leggere la Sacra Scrittura mettendo da parte le proprie idee e le proprie emozioni, facendo tacere l’Io in uno spazio di silenzio che Dio possa riempire.
Dio non ci chiede di essere nuovi Mosé, ma di diventare noi stessi, affrontando il “nostro” Esodo.
Pregare con la Bibbia e in particolare con i Vangeli, per il cristiano, significa lasciarsi interpellare personalmente dalla Parola.
Guidato da Sacerdoti e da libri e “veicoli” che possano aiutare a comprendere il significato fondamentale dei testi, il cristiano cerca di comprendere il messaggio della Parola “per lui” in particolare, ponendosi di fronte a Gesù come gli Apostoli, i miracolati, il popolo che lo ascoltava e lo seguiva…
Terza fase dell’attività L’insegnante presenta i seguenti testi-guida.
8) Le conseguenze della preghiera Pregare significa dunque coltivare una “vita interiore”, mirando a un rapporto personale con Dio, mantenendo aperto un “canale interiore” di comunicazione con Lui.
Come un atleta che si allena sistematicamente, la persona che coltiva la preghiera con costanza ottiene dei risultati: – il suo “orecchio interiore” avverte la Presenza di Dio, i suoi consigli che orientano la vita, la sua tenerezza che riempie la solitudine e consola; – si abitua a essere sincera e senza maschere di fronte al Dio con cui non si può mentire; più facilmente lo sarà anche con gli altri.
– impara ad affrontare situazioni, rapporti, difficoltà ponendosi “dal punto di vista di Dio”: in quest’ottica, la vita è un’avventura sensata ed entusiasmante, inserita in un grande Progetto; – di fronte alle difficoltà, riceve forza e le affronta con coraggio; – il rapporto con Dio-Amore insegna soprattutto…
a mettere l’amore al primo posto.
5) Giovani voci tra disimpegno e nostalgia Gloria: «Studio tutto il giorno e alla sera sono stanca morta.
Non ho certo voglia di pregare…
ma poi, per pregare bisognerebbe trovare il posto giusto, il momento giusto…» Giovanna: «Al mattino sono sempre di corsa.
Faccio fatica ad alzarmi e ad arrivare puntuale a scuola…
E poi per pregare bisognerebbe ripensare tutto il mio rapporto con Dio, che oggi è il grande assente della mia vita, anche se una volta o l’altra dovrò pensarci».
«Non trovare il momento giusto» indica in realtà la tendenza a rimandare…
la propria crescita; a non prendere in mano la propria vita decidendo sulle «cose importanti» e dirigendola verso una meta.
Pino: «A volte si sente un gran bisogno di pregare.
Quasi sempre per chiedere, non tanto per lodare o ringraziare Dio.
Ma si deve pregare per conservare la fede…
Chi non prega rischia di perdere la fede.» Daniele: «Fino a qualche anno fa i miei mi trascinavano in chiesa contro voglia.
E guardavo quella gente che pregava senz’anima.
Ripeteva formule, canti, si alzava e si sedeva…
ma non vedevo nel volto di nessuno la gioia di incontrarsi con Dio.
Adesso non prego più, ma se dovessi tornare a pregare, vorrei che prendesse tutta la mia vita».
Pino e Daniele si sono «persi per strada», ma hanno nostalgia di una preghiera sincera e autentica, che trasformi realmente l’esistenza.
(Esperienze in Dossier Adolescenti «Ma perché pregare?», U.
De Vanna, Ed Elledici, pp.
2-3) Unità di Lavoro-Riflessione sull’esperienza, con approfondimenti biblici e teologici Seconda parte OSA di riferimento Conoscenze – La fede, alleanza tra Dio e l’uomo, vocazione e progetto di vita.
– Gesù, via, verità e vita per l’umanità.
Abilità – Riconoscere le dimensioni fondamentali dell’esperienza di fede.
– Individuare l’originalità della speranza cristiana.
Obiettivi Formativi ipotizzabili Conoscenze e abilità – Conoscere e saper descrivere aspetti vari della preghiera cristiana.
– Conoscere e saper descrivere l’azione trasformante della preghiera secondo i credenti.
– Conoscere e saper spiegare il significato essenziale di alcuni passi biblici riguardanti la preghiera.
– Elaborare e saper esprimere opinioni personali motivate inerenti l’importanza della preghiera nell’esperienza umana.
Competenze di riferimento dell’allievo in prospettiva triennale – Consolidare o almeno avviare percorsi di introspezione, in vista di una sempre più approfondita conoscenza di sé e dello sviluppo di opinioni personali.
– Prendere in considerazione il progetto di vita cristiano e la visione cristiana dell’esistenza.
– Possedere essenziali conoscenze bibliche e dottrinali inerenti il cristianesimo.

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