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L’Insegnante di religione “allo specchio”.
Identità, formazione e professionalità ‘riflessiva’

 

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Editoriale

Il presente numero della Rivista “Catechetica ed Educazione” è stato pro-gettato dall’équipe di Pedagogia religiosa, costituita dai docenti Giampaolo Usai, Sergio Cicatelli, Giuseppe Cursio, Anna Peron e Cristina Carnevale, coordinata da Corrado Pastore.
In continuità con gli anni precedenti, questo terzo fascicolo è dedicato agli Insegnanti di religione (Idr) e ha come titolo: L’Insegnante di religione “allo specchio”. Identità, formazione e professionalità ‘riflessiva’.

Si vuole attirare l’attenzione su un tema nuovo nella proposta formativa e al contempo confermare la consapevolezza delle qualità richieste all’Idr dai fatti e dal profilo professionale, che lo rendono un docente particolare, talvolta originale, nel panorama scolastico.
In questa prospettiva sono stati pensati i diversi articoli. I primi tre presentano la situazione, leggono la figura dell’Idr, prendendo in considerazione i risultati della Quarta Indagine Nazionale e ne tracciano un bilancio.

Andrea Porcarelli con il suo contributo, Voglio fare l’Insegnante di religione, esamina le motivazioni che possono indurre oggi a diventare Idr. Considera che riflettere sugli orientamenti e le motivazioni di coloro che si accostano all’insegnamento è questione complessa. Per quanto riguarda la scelta specifica di diventare Idr sono diversi i fattori che emergono da alcune ricerche empiriche. Le motivazioni prevalenti dichiarate dagli Idr in servizio propongono l’insegnamento della religione come vocazione o missione, legata al desiderio di contribuire alla formazione religiosa dei giovani.

L’articolo di Anna Peron, L’Insegnante di religione. Un profilo tra ideale e realtà, mette a fuoco la figura ideale dell’Idr confrontandola con un profilo che emerge da considerazioni fatte da alunni e da esperti formatori riguardo alla loro prassi didattica. La ricerca effettuata in un campione di scuole a Roma mette in evidenza la stima nei confronti degli Idr oggi, ma anche la necessità di un confronto costante con i bisogni educativi e religiosi delle nuove generazioni, in una società che ha perso i punti di riferimento.

Giordana Cavicchi sviluppa il tema Potenzialità e limiti della formazione iniziale dell’Insegnante di religione. Con la revisione del Concordato del 1984 e le successive intese fra Stato e Chiesa l’Insegnamento della religione cattolica è andato definendosi come disciplina scolastica proposta da docenti qualificati che ricevono la formazione di base prevalentemente negli Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR). L’articolo ripercorre il cammino di formazione dei piani di stu-dio degli ISSR, offrendo alcune piste di miglioramento sollecitate anche dai docenti che sperimentano in classe la validità della formazione iniziale ricevuta. La professionalità docente richiede una preparazione costante che deve coniugare formazione di base e in itinere: una sfida istituzionale.

Seguono due studi che analizzano i criteri e i punti di riferimento per dare una prospettiva in termini di competenze umane e professionali.
Il paradigma dell’insegnante-professionista riflessivo. Fondamenti teorici, elaborato da Dariusz Grządziel, inquadra teoricamente il modello di professionista riflessivo. La formazione degli insegnanti costituisce uno dei più significativi ambiti della ricerca didattica, pedagogica e sociologica. Il contributo cerca di delineare le basi teoriche del professionista riflessivo e proporre un riferimento epistemologico valido su cui fondare e realizzare il proprio sviluppo professionale. La peculiarità della proposta sta nel fatto che sottolinea il valore formativo della riflessione e delle attività lavorative quotidiane. Per costruire il quadro teorico vengono riportati riferimenti di alcuni degli studi più significativi al riguardo, a partire da quelli di John Dewey e Donald Schön.

Giuseppe Cursio presenta una Autobiografia di un Idr come professionista riflessivo. Per avviare l’elaborazione del senso della disciplina che si insegna, ma anche della relazione pedagogica che si è chiamati a sostenere in classe, occorre riconoscere il valore della propria saggezza pratica in una ricerca/formazione mirata, perché guidata da domande concrete, elaborate in una scrittura autobiografica, in una condivisione di esperienze formative all’interno di gruppi di riflessione. Il diario riflessivo, l’autobiografia formativa sono elementi importanti nella formazione di un insegnante disposto ad apprendere.

Seguono tre articoli che prendono in considerazione situazioni e azioni che vedono gli Idr come referenti e protagonisti.
Nel suo studio, L’Insegnante di religione tra difficoltà e soddisfazioni: cura di sé e cura delle relazioni per vivere bene la professione, Luca Raspi analizza la situazione lavorativa degli insegnanti di religione. Cerca di mettere in luce gli aspetti stressanti della professione. Per raggiungere questo obiettivo delinea dapprima il costrutto psicologico di stress lavoro-correlato e sindrome di burnout nell’insegnamento. Pone poi l’attenzione sugli strumenti per evitare di subire gli effetti dello stress, sottolineando la necessità della cura di sé come punto di partenza per potersi prendere cura dell’altro.

Francesco Rovida in Significatività dell’Idr nella comunità scolastica, fa vedere che l’Idr viene a essere una figura del tutto peculiare all’interno della comunità scolastica, dove ha modo di conoscere un maggior numero di classi, di alunni, di problemi. Per questo può essere una risorsa, ma può anche soffrire una condizione di emarginazione.

Finalmente Sergio Cicatelli, Per una deontologia dell’Idr, inquadra questo tema all’interno di un più generale discorso sulla deontologia docente, con riferimento alla natura professionale dell’insegnamento, al contesto di esercizio che è la scuola e alle condizioni di qualsiasi deontologia: autonomia, responsabilità, libertà. La deontologia docente viene articolata in quattro tipi di doveri: verso gli alunni, la disciplina, la scuola, i colleghi. Passa poi in rassegna alcuni principi generali: centralità dell’alunno, esemplarità del docente, collegialità, riservatezza, distanza, autorità, giustizia.

Per concludere questo percorso si dà la parola a tre Idr, che narrano la propria esperienza, la propria storia di vita. Sono essi: Giuliana Migliorini, Narrazione e bellezza dell’esperienza religiosa; Anna Valentinetti, La mia Storia di Vita come Idr: tutto ha preso inizio da un’esperienza; Simone Miliozzi, Storia di un IdR all’inizio del suo percorso.

In Memoriam
La mattina del 9 settembre 2022 ci ha sorpreso la notizia della morte a Siviglia in Spagna, di Don Emilio Alberich Sotomayor, per ben 41 anni membro dell’équipe dell’Istituto di Catechetica. Una grande figura di salesiano e di do-cente, che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della catechetica fon-damentale ed è stato uno dei primi studiosi della catechesi degli adulti.
Dalle pagine di “Catechetica ed Educazione” vogliamo rendergli un meri-tato omaggio di gratitudine.
Viene offerto il profilo di Emilio Alberich Sotomayor, elaborato da Cesare Bissoli, che ha vissuto con lui per diversi decenni.

Seguono poi 4 testimonianza di colleghi e discepoli: Hommage del gesuita belga André Fossion, Emilio Alberich, amigo y Maestro. Sabio profesor y compañero ilustre, di tre catecheti spagnoli: Pelayo González Ibáñez, José María Pérez Na-varro, fsc, Álvaro Ginel Vielva, sdb.
A continuazione si propongono due studi sul contributo di Emilio Alberich nell’ambito della catechetica.

Giuseppe Ruta in Porre le basi per una “scienza” giovane: La Catechetica fondamentale di Emilio Alberich, si sofferma sull’obiettivo centrale della sua ricerca, ossia porre le basi, le fondamenta della catechetica, denominata da lui catechetica fondamentale o generale, una scienza relativamente giovane, bisognosa di consolidamento e di riconoscimento.
Da parte sua, Jerome Vallabaraj in Adulti credenti e credibili si diventa! Il contributo di Emilio Alberich alla catechesi degli adulti, mette in rilievo l’apporto di Emilio Alberich nel campo della catechesi degli adulti, ricordando il suo slogan “adulti credenti e credibili si diventa”. Diventare e maturare nella fede cristiana come adulti dipende da una catechesi che si presenti come messaggio attraente, convincente, significativo e vivibile.
Non poteva mancare il pensiero catechetico dello stesso Emilio Alberich. Abbiamo scelto dei brani presi da delle interviste in cui tratta alcuni dei temi a lui più cari: l’educazione alla fede, il futuro della catechesi, la catechesi biblica, la catechesi degli adulti, la formazione dei catechisti e degli agenti pastorali. Quasi un “testamento” offerto a catechisti e catecheti.
L’omaggio si conclude con la bibliografia, che raccoglie la vasta produzione scientifica di Emilio Alberich Sotomayor, curata da Corrado Pastore.

 

I MEMBRI DELL’ISTITUTO DI CATECHETICA
catechetica@unisal.it

 

ALLEGATO:

«Catechetica ed Educazione» 7 (2022) 3, 5-8