«CATECHETICA ED EDUCAZIONE»

da oggi puoi scaricare il secondo numero del 2022!!!

““Dire Dio” ai margini della vita e
in un tempo di incertezze”

 

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Editoriale

«Dire Dio è legittimo? Non c’è uomo che non lo conosca, almeno per sentito dire; perché se ne parla: non c’è lingua che non lo nomini. Legittimamente? […] Una tradizione secolare e autorevole lo ha riconosciuto all’origine della realtà, causa e fondamento del mondo. […]

In epoca moderna scuole filosofiche di impatto straordinariamente vasto e accreditato hanno negato alla ragione umana il diritto di parlare di Dio (Kant); hanno screditato l’intera compagine tradizionale che ne esigeva la presenza (Nietzsche); hanno denunciato il riferimento a Dio come evasivo di un impegno umano responsabile (Feuerbach-Marx)».1

Così si esprimeva Zelindo Trenti in uno dei suoi testi di riflessione sul tema della religiosità e fede. Oggi probabilmente saremmo portati a calcare le tinte e considerare la situazione delle religioni e della religiosità umana in modo differente e con tonalità più drammatiche. La pandemia a livello planetario, l’in-sorgere di nuove minacce climatiche e infettive, la guerra nel cuore dell’Europa, il segno delle “chiese vuote” sono fenomeni che caratterizzano la nostra epoca mentre continuano a delinearsi scenari inattesi e imprevedibili.
Sono tanti e variegati gli approcci scientifici su questa frontiera del pensiero umano e vasta la gamma interpretativa che va dalla negazione alla assolutezza. Tra gli estremi si stagliano varie posizioni gravide di considerazioni più o meno incerte, più o meno autentiche, più o meno significative a seconda della singolarità di soggetti e dei gruppi di appartenenza, delle culture e dei vissuti storici.

La missione evangelizzatrice e la catechesi della Chiesa risentono di questo humus più o meno resistente o accogliente, più o meno ingenuo (per non dire bigotto) o critico e scettico, più o meno significativo e interessato alla vita o disancorato da essa, non di rado indifferente e stornato su altri orizzonti di senso o di non-senso.
Tra le tante esperienze emblematiche quella del sociologo e teologo Tomáš Halík è indicativa non solo per leggere la realtà complessa che abitiamo, ma an-che per rintracciare vie nuove e spazi liberi per la ricerca religiosa: Forse è giunto il tempo di abbandonare molte di quelle parole pie che ab-biamo continuamente sulle nostre bocche e sui nostri stendardi. Queste parole, a causa di un uso continuo, spesso troppo superficiale, sono consumate, usurate, hanno perso il loro significato e il loro peso, si sono svuotate, diventando leggere e facili. Altre invece sono sovraccariche, rigide e arrugginite; sono diventate troppo pesanti per riuscire a esprimere il messaggio del Vangelo, la buona novella. Alcune parole pie oggi suonano come tamburi scoppiati, non sono più in grado di cantare la gloria di Dio – “non sanno danzare”, così come si aspettava Nietzsche da un Dio in cui avrebbe potuto credere. Nietzsche, che discendeva da una stirpe di pastori protestanti, aveva implacabilmente diagnosticato nei nostri sermoni la presenza di una “pesantezza dello spirito”, e soprattutto della “moralina”, il veleno della moralizzazione burbera e inacidita. Questa pseudo-serietà, superba e tetra – indice di una mancanza di umorismo e di spontaneità, di scarsa liberà interiore – mi ha sempre ricordato Michol, la figlia di Saul, che quando re David si era messo a ballare davanti all’arca lo aveva disprezzato, del resto questo tipo di devozione viene punita, come nel suo caso, con la sterilità.2

Questo secondo numero dell’annata 2022 di “Catechetica ed Educazione” intende apportare degli approfondimenti sui dati in buona parte inediti della Ri-cerca sulla Religiosità in Italia3 a confronto con quelli emersi nella Ricerca sui Catechisti oggi in Italia.4

L’incrocio dei dati e delle interpretazioni che sono state offerte, alcune delle quali confluiscono nella presente monografia, offrono una visione in progress dato che questi anni dal 2020 in avanti continuano a essere segnati drammaticamente da fenomeni inediti e preoccupanti. Sia i dati, sia le interpretazioni sono da verificare continuamente visto il cambiamento d’epoca e i fenomeni inattesi che si sono e si stanno verificando.
Le riflessioni raccolte nel presente numero offrono una panoramica variegata, frutto dell’attenzione inter- e trans-disciplinare che l’Istituto di Catechetica dell’UPS di Roma ha da sempre coltivato, in collegamento e collaborazione con varie e diversificate istituzioni universitarie. Agli esperti coinvolti che hanno accettato di interagire sull’argomento va un sentito grazie e in particolare alla prof.ssa Maria Paola Piccini e al prof. Giuseppe Ruta che hanno curato la sezione monografica.

Roberto Cipriani, con il suo articolo La religiosità in Italia, tra incertezza e spiritualità antistituzionale offre le coordinate dell’indagine, mettendo in rilievo gli aspetti nevralgici della situazione nazionale.
Cecilia Costa si sofferma sul tema delle Potenzialità e limiti nel “dire Dio” oggi in Italia e oltre… cogliendo l’apporto delle scienze sociali nella visione della realtà umana e sociale e indicando alcune provocazioni per il sapere teologico.
Nando Pagnoncelli entra in merito all’emblematica contingenza che è stata vissuta durante il “lockdown” e le prime due ondate del Covid19, con il suo contributo La religiosità degli italiani nel pieno della crisi pandemica. Si tratta di un approfondimento, a partire dai sondaggi nazionali svolti dall’IPSOS nel periodo che va dal 2020 al 2021.
Seguono alcuni approfondimenti che reagiscono al quadro precedente-mente delineato. Antonino Romano incrocia i dati della Ricerca condotta da Cipriani e collaboratori e della ricerca dell’ICa con il suo articolo I Catechisti italiani tra religiosità diffuse e formazione disattesa, cogliendone somiglianze e differenze. Maria Paola Piccini opera due interessanti e inediti focus su fede, famiglia e gruppi primari e su Dio, educazione, catechesi, figure religiose, giovani mediante nuove elaborazioni del corpus delle interviste effettuate nell’ambito della ricerca Religiosità in Italia. Cristiana Freni compie un’interessante lettura antropologica su Catechesi, religiosità, valori diffusi, mentre la prospettiva pedagogica è svolta da Pierpaolo Triani nel puntuale contributo Tra incertezza e indifferenza. Alcune sfide educative della catechesi nell’oggi in Italia. Conclude la sezione di approfondimento dal punto di vista teologico e catechetico Giuseppe Ruta con il titolo “interrogante” È possi-bile ravvivare il “lucignolo fumigante”?, provando ad ascoltare e individuare nella realtà e nel filtro della ricerca quantitativa e qualitativa i valori diffusi, la fede in-certa e la sete di Assoluto.
Il fascicolo si chiude con un forum a quattro voci sulla Storia della catechesi, a partire da un evento singolare che si è svolto presso l’Aula J. E. Vecchi (FSE-UPS), il 12 maggio 2022, alle ore 15. L’Istituto di Catechetica ha organizzato e realizzato la presentazione della sezione “Storia della catechesi”, in quattro vo-lumi, della collana “Catechetica, Educazione e Religione”, edita dalla LAS (Libre-ria Ateneo Salesiano). Dopo il saluto del Decano FSE Prof. Antonio Dallagiulia, sono intervenuti il prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia, docente di Storia della Chiesa, il prof. José María Pérez Navarro, fsc, catecheta e direttore della Rivista spagnola “Sinite”, i due autori viventi il prof. Giuseppe Biancardi sdb, coautore con Ubaldo Gianetto, del volume sulla catechesi contemporanea (2015) e il prof. Luigi La Rosa, autore del volume sulla catechesi medioevale (2022). Sono stati ricordati anche i salesiani autori deceduti: oltre a Gianetto coautore con Biancardi, Pietro Braido, autore del volume sulla catechesi moderna (2014) e Roman Murawski, autore del volume sulla catechesi antica (2021). L’incontro, seguito di presenza e online, ha visto la partecipazione di diversi allievi ed exallievi dell’Istituto e cultori di storia della Chiesa, della Congregazione Salesiana e della catechesi. A conclusione i vari relatori hanno potuto rispondere ad alcuni interrogativi suscitati dalla presentazione.

Il Direttore dell’Istituto, prof. Ubaldo Montisci ha, infine, ringraziato relatori e intervenuti, mettendo in rilievo che si tratta di un unicum nel panorama degli studi storici e catechetici, un’opera rilevante di 2256 pagine (è questo il totale dei quattro volumi) che documentano il profilo genetico della catechesi dalle origini alla contemporaneità. L’incontro, durato due ore, è stato il modo di recuperare la memoria di questo “antiquum ministerium”, come l’ha definito Papa Francesco nel motu proprio del 10 maggio 2021, un’opportunità preziosa di riflessione per un rilancio della catechesi per l’oggi e il futuro. A partire, e non a prescindere, dalle radici della storia.

Il nostro Istituto si sente, così, continuamente provocato a indagare le sfide del passato e a cogliere quelle del presente per un servizio culturale ed ecclesiale che, guardando al futuro, sia all’altezza delle nuove sfide ed evangelicamente profetico.

 

I MEMBRI DELL’ISTITUTO DI CATECHETICA
catechetica@unisal.it

 

ALLEGATO:

C&E 7(2022)2