la 48ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia

“Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale” è il tema della prossima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017.

Tre gli obiettivi principali che si prefigge il Comitato scientifico e organizzatore dell’evento:
denunciare le situazioni di sfruttamento, illegalità, insicurezza, disoccupazione – specie al Sud e tra i giovani – e le problematiche legate al mondo dei migranti, dando voce alle storie dei lavoratori e delle lavoratrici;
far conoscere le buone pratiche che, a livello aziendale, territoriale e istituzionale, stanno già offrendo nuove soluzioni ai problemi del lavoro e dell’occupazione;
costruire alcune proposte da presentare sul piano istituzionale, per superare le difficoltà di accesso al lavoro e assicurarne condizioni dignitose.

Il cammino di preparazione all’evento di Cagliari prende ufficialmente il via con la lettera (in allegato) inviata dal Presidente del Comitato, l’Arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, a tutte le diocesi italiane. Quattro le tappe che segneranno questo itinerario: 

– 6° Festival di dottrina sociale della Chiesa (Verona, 24-27 novembre 2016);
– Convegno Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani nel Sud? (Napoli, 8-9 febbraio 2017);
– Seminario Nazionale dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della CEI (Firenze, 23-25 febbraio 2017);
– Convegno Nazionale di Retinopera, Il senso del lavoro oggi. Famiglia, giovani, generazioni a confronto sul presente e sul futuro del lavoro (Roma, 13 maggio 2017).

Informazioni ulteriori e costanti aggiornamenti sono disponibili nel sito www.settimanesociali.it.

 

Alla ricerca del lavoro “umano”   

Ciclo d’incontri alla Pontificia Facoltà Auxilium

“Il lavoro ‘umano’ tra ricerca di senso, nuove competenze e occupabilità”. Questo il tema del corso interdisciplinare promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium di Roma – il 5 novembre, poi il 3 e il 17 dicembre, sempre dalle 9 alle 12 .30 presso la sede della Facoltà – in preparazione alla 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani. Il corso “si propone di recuperare e approfondire le caratteristiche di un lavoro ‘umano’, tra ricerca di senso, nuove competenze e occupabilità, nella convinzione che ‘nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita’ (Evangelii gaudium 192)”.
Un tema particolarmente caldo, quello del lavoro, che “si trova a dover fronteggiare due sfide: da una parte il numero dei disoccupati e degli inoccupati – specialmente tra i giovani – inesorabilmente alto e che sta diventando una vera e propria patologia sociale; dall’altra, il fatto che il senso profondo del lavoro è divenuto incerto e sfocato, altalenante tra atteggiamenti di disistima e di vera e propria idolatria”.
Nei tre appuntamenti vengono messi a confronto docenti e imprenditori. Si comincia il 5 novembre con una riflessione sul senso e la dignità del lavoro oggi e l’evoluzione del concetto di lavoro (“Il lavoro umano, il suo valore, i suoi non luoghi. Quale futuro?”), alla quale parteciperanno Luigino Bruni, docente alla Lumsa di Roma e all’Istituto universitario Sophia, e Antonio Diana, presidente di Erreplast, azienda di riciclo del casertano che trasforma le bottiglie in plastica, provenienti dalla raccolta differenziata, in nuova materia prima. Il 3 dicembre, invece, a tema saranno “Soft skills e lavoro: come sviluppare competenze trasversali?”, con Maria Cinque, docente alla Lumsa, e Marica Franchi, collaboratrice del Progetto Bestr, piattaforma digitale per valorizzazione le competenze acquisite, sia nei contesti della formazione formale sia in quelli della formazione non formale e informale. Infine, il 17 dicembre, terzo incontro dal titolo “Guardare oltre la crisi, mettendo a frutto il genio femminile”, con Laura Zanfrini, docente all’Università Cattolica di Milano, e Luciana Delle Donne, iniziatrice di “Officina Creativa”, cooperativa sociale senza scopo di lucro che ha dato vita – tra l’altro – al progetto “Made in carcere”, laboratorio in cui 20 detenute producono manufatti e vivono un percorso formativo volto a un definitivo reinserimento nella società lavorativa e civile.