La scuola che mi aiuta a crescere – Convegno Insegnanti

Ad un anno di distanza dal I convegno nazionale degli insegnanti promosso dall’Azione Cattolica Italiana, la riflessione e l’impegno per una elaborazione condivisa continuano.

I numerosi aderenti di Azione Cattolica che vivono e lavorano quotidianamente nella scuola non si rassegnano di fronte agli scenari con cui solitamente viene descritto il mondo della scuola: mancanza di un orizzonte ampio e profondo entro cui disegnare insieme la scuola del terzo millennio; incapacità a cogliere in una scuola davvero rinnovata la vera possibilità di crescita di un Paese; perdita di senso e di capacità attrattiva del mestiere dell’insegnante. E’ necessario condividere con tutti il patrimonio di esperienze, riflessioni, buone prassi formative e didattiche che, pur tra mille difficoltà e limiti, la nostra scuola in ogni angolo del Paese vive e costruisce ogni giorno. E’ necessario inoltre immaginare insieme un nuovo modo di “essere e fare scuola” che, partendo dall’esperienza concreta dell’aula e della sala insegnanti, giunga a delineare percorsi formativi rigenerati ed una ri-motivata professionalità docente.

“Stanno emergendo nuovi modelli di insegnamento pensati per trasformare l’educazione scolastica da contesto competitivo a esperienza collaborativa ed empatica, mentre le scuole e le università cercano di attrarre una generazione che è cresciuta in internet ed è abituata ad interagire nelle reti sociali aperte, nelle quali l’informazione è scambiata, non accumulata. L’approccio tradizionale, che considera il sapere un potere da utilizzare per il guadagno personale, viene progressivamente sostituito dall’idea che la conoscenza sia un’espressione della responsabilità condivisa, tesa al benessere dell’umanità” (1).  

Ci chiediamo: in questo tempo di crisi non solo economica e finanziaria, quale valore aggiuntorappresenta la scuola in Italia? Quali sfide culturali e sociali è chiamata ogni giorno a raccogliere, nonostante le poche risorse a disposizione, le scarse e fragili alleanze, una politica di corto respiro che oltre “lavoro di cacciavite” e ai “tagli lineari” poco altro ha saputo offrire alla scuola negli ultimi anni? Quali risposte di senso sono chiamati a dare oggi gli insegnanti? Con quali strumenti e strategie?

Vogliamo ripartire dall’idea di crescita, costantemente citata in ambito politico, economico e finanziario quale autentica leva da cui ripartire per risollevare il Paese, l’Europa, l’Occidente dalla crisi generale e globale che investe tutti. Ci chiediamo innanzitutto se è corretto parlare di crisi: chi lavora in ambito formativo sa che “crisi” può essere inteso anche il momento di transizione, non necessariamente negativo, nello sviluppo della persona o nel percorso storico di una civiltà. Un momento di passaggio dunque che può condurre anche alla crescita. Pare invece che il tempo presente – proprio dai disagi e dalle domande di vita che emergono sui banchi di scuola – rappresenti l’esito inevitabile del fallimento di un determinato modello di civiltà, che ha creduto più nel potere del denaro che in quello dell’educazione e della formazione; che ha investito nel potere del mercato e non in quello dell’aula scolastica, come luogo in cui promuovere e realizzare la vera crescita  e l’autentico benessere di una persona, di una comunità, di una civiltà.

Ci chiediamo: in quali luoghi e attraverso quali relazioni avviene oggi il necessario dialogo formativo che consente alle giovani generazioni di capire se stessi, gli altri, la società in cui sentirsi accolti, ascoltati, valorizzati, aiutati a comprendere, a crescere e a partecipare in un contesto in continuo cambiamento? E’ davvero possibile ipotizzare una nuova crescita sociale, culturale ed economica senza la valorizzazione della famiglia e della scuola e di una loro effettiva alleanza educativa? In che modo gli insegnanti possono costruire percorsi di apprendimento in cui bambini e ragazzi sappiano trovare le risposte alle loro importanti domande di vita e di crescita?

Dove è possibile trovare un luogo in cui i più piccoli e più giovani possano imparare quella“grammatica della convivenza” che diventa sempre più cifra connotativa di questo nostro tempo? Naturalmente nella scuola, ma in una scuola rinnovata. “La vita etica e l’incontro tra le differenze si sviluppano con la crescita umana della persona e della comunità, che è il compito specifico e la vocazione della scuola. Per questo non c’è scuola senza sapienza antropologica. La scuola richiede una visione dell’umanità. Una visione non più monoculturale, non solo interculturale, ma corale. (…) Allora educare è risvegliare e nutrire l’umanità di ciascuno, perché possa svilupparsi nel modo più originale. Educare è liberare le persone e la loro capacità di amare. Educare è mettere le nuove generazioni nella condizione migliore per rinnovare il mondo. In una scuola capace di educare, la conoscenza viene coltivata come bene comune fondamentale e la didattica si sviluppa come cammino di ricerca. In una scuola simile anche l’affinamento di tutte le competenze che un domani saranno preziose per il lavoro non sarà effettuato per preparare individui competitivi e auto-interessati, ma per formare persone che avranno piacere nel contribuire al bene comune” (2).

Una nuova prospettiva per rinnovati percorsi formativi può partire dall’idea che l’apprendimento è sempre un’esperienza profondamente sociale. Impariamo per partecipazione. Cresciamo davvero solo grazie al percorso di crescita di ciascuno, soprattutto di chi è più debole e in difficoltà.

Compito e responsabilità dei docenti è mantenere vivo l’orizzonte ampio e profondo, senza il quale la scuola è destinata a ricadere nella routine più grigia e deludente. Attraverso una formazione qualificata e motivante, il confronto professionale aperto e costruttivo, la condivisione di uno stile esigente e contagioso, gli insegnanti di Azione Cattolica rinnovano la scelta e il dono di essere educatori, capaci di cogliere in questo nostro tempo le reali possibilità di crescita della scuola e di chi nella scuola crede, vive e lavora.

    1. Jeremy Rifkin – La terza rivoluzione industriale – Mondadori 2011
  1. Roberto Mancini – Intervento al Seminario nazionale CVM “Una nuova etica per i curricoli della cittadinanza globale” – Settembre 2013