La gioia di vivere cristianamente il Carnevale

Edie Bethlem, responsabile della Comunità cattolica Shalom, racconta le iniziative di evangelizzazione per i giovani tra cui l’originale “Festa di Carnevale” di venerdì 8 febbraio

Quando si pensa oggi al Carnevale, in particolare al Carnevale brasiliano, ci viene in mente di tutto: svago, musica, colori, alcool, scherzi, donne che ballano… Ma si celebra davvero solo così questa festa? ZENIT lo ha chiesto a Edie Bethlem, responsabile in Italia della Comunità Catolica Shalom nata appunto in Brasile.

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Come ha avuto la Comunità Shalom l’idea di fare una “Festa di Carnevale” come missione?

Edie Bethlem: La nostra Comunità è nata in mezzo ai giovani e per i giovani. Per loro usiamo tutti i mezzi e metodi che la creatività ci ispira per far sì che il Nome di Gesù sia conosciuto e amato. Basti pensare che Shalom è iniziata 30 anni fa con l’apertura di una pizzeria per evangelizzare! Se invitiamo un giovane ad andare in Chiesa, a partecipare ad un ritiro, la sua risposta probabilmente sarà un “No”. Se lo invitiamo invece a mangiare una pizza con gli amici, a venire ad una festa, la probabilità di ricevere un “Si” aumenta di molto. La pizzeria o la festa viene organizzata in maniera attuale e giovanile, con bellezza e semplicità, affinché tutti si sentano bene, accolti, in un ambiente che possa esprimere la gioia che non finisce mai, quella che solo Gesù ci può donare.

Questa iniziativa si è sviluppata in tutte le vostre missioni nel mondo?
Edie Bethlem: Fare una festa di Carnevale è stata un’idea delle nostre missioni in Italia (Roma, Civita Castellana e Cecina), perché i giovani italiani dimostrano una grande simpatia per il Brasile e hanno già la tradizione del carnevale. Abbiamo approfittato quindi di questa apertura per organizzare la”Festa di carnevale”, in modo da trasmettere valori come la gioia, la fraternità, il sano divertimento, la pace a tanti che, come noi un tempo fa, non conoscono la sorgente di ogni felicità. Le pizzerie invece si spandono sempre di più nelle nostre case missionarie in tutto il mondo. Stiamo poi pensando a lanciare nuove idee del terreno fertile dello Spirito Santo e della nostra fantasia, per testimoniare che Cristo è la nostra Pace.

Che reazione c’è da parte della gente che partecipa alle vostre iniziative?

Edie Bethlem: Ognuno prova un’esperienza diversa. Abbiamo sentito tante testimonianze lungo questi quattro anni di “Festa di Carnevale” in Italia.  C’è chi dice di essere rimasto colpito semplicemente dal sorriso nei volti dei giovani presenti alla festa; c’è chi dice che non sapeva che in mezzo ai missionari ci si poteva anche divertire; c’è chi racconta dell’allegria che continuava dopo la festa pur non avendo preso nessun tipo di sostanza stupefacente o di alcool.

La festa poi ha anche un dopo, non finisce lì. Ogni persona che incontriamo, infatti, la invitiamo a fare un cammino insieme a noi, un itinerario spirituale fatto di incontri di preghiera e di formazione, seguendo il metodo che Gesù stesso ci ha insegnato “Venite e vedrete” e formando nuovi discepoli il Suo Regno.

Ricorda la storia di qualcuno in particolare che ha iniziato un percorso di fede dopo una festa di Carnevale?

Edie Bethlem: Sì, vi leggo la storia di Sara Ferretti, 22 anni, che ha scritto: “Per me il primo Carnevale Shalom è stato bellissimo! Ho provato una grande emozione.  C’era un’atmosfera familiare, un ambiente semplice ma gioioso. Abbiamo ballato tanto e ho conosciuto molte persone provenienti da diversi paesi.  Nella cappella del Centro San Lorenzo, dove si svolgeva la festa, c’era anche la possibilità di stare in adorazione.  Sono tornata a casa con la gioia nel cuore e il desiderio di vivere ogni giorno quello che avevo vissuto li: armonia con gli altri, accoglienza, gioia e amicizia. Ho trovato lì tutto ciò che in altri luoghi non riuscivo a trovare.  Da quell’anno, per i successivi tre anni, questa allegria ha contagiato me e gli altri giovani con cui abbiamo deciso di continuare ad organizzare il “Carnevale della pace” e di far vivere anche ad altri ragazzi questa esperienza. Una festa dove non ci debba ubriacare per stare bene, perché già solo entrando lì si è “ubriachi” di felicità.  Ovvero quella sensazione unica che si prova solo quando il Signore è in mezzo a noi!”.

Sembra, quindi, che questa festa sarà un anticipo dello spirito che i giovani, soprattutto europei, troveranno alla GMG di Rio de Janeiro?

Edie Bethlem: Certamente! I giovani europei troveranno l’accoglienza tipica dei
brasiliani e, attraverso i diversi eventi, scopriranno una fede contagiosa. La GMG conta sulla partecipazione di un grande numero di brasiliani e di latino americani che hanno incarnato la fede nella loro vita senza perdere l’autenticità della gioventù. E sì, si può dire che la “Festa di Carnevale” di Shalom sarà un “assaggio” di quello che vivremo a Rio nella prossima estate.

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La Festa di Carnevale organizzata dalla Comunità Shalom, in collaborazione con la Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma, si svolgerà il prossimo venerdì 8 febbraio presso il Centro Giovanile Giovanni Paolo II a Roma.

Per maggiori informazioni: 

www.gpdue.it 

roma@comshalom.org